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30/05/2003
Opinioni & Cultura
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IL "PIACERE": UNICO VALORE DEI GIOVANI ?
Vissuto come "valore assoluto" è pericoloso
Autore : Piazza Giacomo

Si continua ad affermare che gli adolescenti e i giovani di oggi non hanno valori, non hanno il "senso di colpa" che li frena nelle loro azioni.
E' sbagliato, i giovani di oggi hanno dei valori, che però sono i valori non cristiani che conosciamo noi adulti. I ragazzi vivono sull' equivoco che hanno i loro genitori o educatori in generale, che partendo dai valori cristiani vogliono capirli e valutarli.

Si sono fatti, piano piano, dei valori non cristiani, che poi sono i valori innati dell' uomo che hanno caratterizzato le civiltà pre-cristiane, che sono stati spazzati via da 2000 anni di cristianesimo.


Il loro valore principale (e forse l' unico) è il piacere, in tutte le sue forme (dal quale poi partono tutti gli altri "valori").


Il Piacere, innato nell' uomo, viene ricercato in maniera individuale, a discapito dell' altro essere umano anche intimo (amico, padre, madre ecc.), come si considererebbe di un oggetto.
Il "piacere" è vissuto come un valore assoluto, ricercato in ogni modo e ad ogni costo.

Tutte le cose che l' adolescente o giovane fa, devono concorrere alla ricerca del "mio" piacere, che devo sentire solo con il corpo, con i sensi, privo quasi totalmente di "anima", vuoto di significato mistico, spirituale e quindi anche religioso.

La ricerca del piacere deve servire principalmente per "apparire" il più possibile, mascherando l' "essere" che esiste poco, perchè appartiene ad una vita interiore, a quel dare e darsi agli altri: praticamente assenti !

Ogni relazione, ogni possesso, concorrono all' apparire non come individuo, non con una identità personale, ma uguale agli altri in compagnie vuote e non impegnate.

L'amicizia non è più un valore; ad ogni elemento del gruppo non importa dell' altro se non come mezzo per ricercare la propria soddisfazione fisica, da buttare quando si trova "di meglio".

Il branco diventa quindi il luogo dove la forza che nessun singolo possiede, si manifesta diventando quell' "essere" capace di valicare la misura. Così ci si ubriaca e ci si droga sempre più e sempre più presto per coprire quell' anima vuota che comunque si sente dentro !

Dentro, l'adolescente sente che non possiede solo un corpo da soddisfare, ma non fa nulla per alimentare quell' anima che pertanto resta vuota di esperienze che possono riempirla. Il mondo degli adulti, dalla famiglia alla scuola, non gli offre che una sfrenata ricerca del piacere (soldi, auto, sesso, attenzione all' effimero, alla cura del corpo, ecc.), dove confuso tra le migliaia di proposte c'è anche il messaggio cristiano, percepito come vincolante ed utopistico.

Così si abbandona la Parrocchia e l'Oratorio buttando gli anni più importanti della vita all' interno di pub o discoteche, rincorrendo proposte sempre nuove con il fine di raggiungere un piacere che più lo avvicini più si sposta in là, mediato da chi è capace di manipolare modelli socio - economici per i propri interessi.


I giovani sono uno degli anelli più deboli della nostra società, visti solo come futuri consumatori ben massificati. Da considerare "pericolosi" se in possesso di un anima, di un senso religioso, in un mondo sempre più piccolo dove ognuno deve valere per quello che ha dentro, per non essere schiacciato da falsi ideali, da miti culturali che conducono alla superficialità totale che lascia un vuoto incolmabile.

Maggio 2003


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