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16/09/2007
Parrocchie di Ballabio
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UN ESPERIENZA CHE RESTERÀ IN NOI PER SEMPRE !
Tutte le foto del gemellaggio. Il racconto della responsabile del Gruppo Missionario di Ballabio
Autore : Rosangela Bugatti - Responsabile Gruppo Missionario Sagrado Corazon

Cosa dire e pensare dell′esperienza vissuta in agosto andando nella missio¬ne di Padre Dante?
Stanchi e provati dalle molte ore passate su fuoristrada o altro è dire poco. L′esperienza è stata veramente bellissima, ma alcune cose non le rifarei.
Pienamente d′accordo con don Achille: il paesaggio era favoloso, cose che non rivedremo sicuramente più, ma oltre alla valigia smarrita il giorno dell′arrivo e ritrovata il giorno della partenza, il famoso sabato in cui io e Pinuccia facevamo una corsa a Santa Cruz per preparare il tour del Salar de Uyuni forse sarebbe stato meglio forare una gomma del pulmino. (E per che mai?.., N.d.r.).
Come già detto è stato un tour da favola, ma noi eravamo forse un pò9 fuori età per un giro così estremo, bello l′hotel di sale, bello dormire a lume di candela, bello salire e salire fino ad arrivare a 4.300 metri e dormire a -10° (quasi...) senza riscaldamento e con le difficoltà dovute alla quota. Roba da piangere, ma è stato talmente bello che la partenza fissata per le 5 del mattino ci ha visti già pronti alle 4.30 sulle jeep. Per me che sono alla 3° esperienza sudamericana, una brasiliana e due bo-liviane è stato un vero piacere portare con me le due mie figlio per mostrare loro un mondo che sentono spesso nominare e poterlo toccare con mano penso sia stato il regalo più bello che io e mio marito abbiamo fatto loro.
Questa esperienza vale più di ogni altra cosa e resterà nel loro cuore per sempre, però la cosa più importante per noi era il Sagrado Corazon: il 20° anniversario del gemellaggio e volevamo vedere da vicino come venivano impegnati gli aiuti che cerchiamo di non far mancare, grazie anche alla col-laborazione di tante buone persone, e cosa avremmo dovuto fare una volta tornati in Italia, quali erano le necessità più urgenti per loro e come impron-tare nuove mete da raggiungere, ma soprattutto come far capire a chi non conosce queste realtà che esistono modi di vivere che noi non immaginia¬mo neppure.
L′accoglienza è stata bellissima a volte ti veniva il nodo in gola nel vedere queste persone così semplici che ci guardavano come se fossimo chi sa chi, non finivano più di ringraziarci e l′unica cosa che chiede vano era di non dimenticarli perché loro ci portano sempre nei loro cuori.
Io avrei voluto dir loro di smetterla di ringraziarci: in fondo siamo noi a dover ringraziare Dio per averci dato la possibilità di poter aiutare qualcuno perché viviamo in un paese fortunato.
Ci hanno perfino regalato due targhe e una bandiera boliviana con la firma di tutti gli studenti di una classe, insieme abbiamo cantato canzoni, erava¬mo tutti uguali gli occhi lucidi noi, gli occhi lucidi loro, nessuno penso a-vrebbe voluto che il tempo passasse e che ognuno poi avrebbe dovuto riprendere la sua vita, la sua strada...
Ecco cosa anima i missionari a volere essere uno di loro e l′amore che Dio ci regala, diventa la forza per potersi regalare agli altri e così renderli felici. Io ritengo di essere stata fortunata nel poter fare un viaggio del genere e di essere diventata più ricca per tutte le cose che queste persone mi hanno regalato.
Ora sono qui ad aspettare che passino gli anni che mi separano dalla pen-sione per poter di nuovo tornare laggiù e poterci stare per qualche mese ad aiutare quelle persone che sono davvero speciali: nella loro povertà hanno sempre un sorriso da regalare a chiunque. Nel frattempo, però farò ancora qualche toccata e fuga. Salar de Uyuni a parte; dimenticavo: la mia famiglia si è di nuovo allargata ora oltre a Jovanna c′è anche Juan Cielo un piccolino di appena 1 mese di cui le mie figlie si sono innamorate.


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