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01/06/2008
Parrocchie di Ballabio
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UNA MISSIONE CITTADINA PER RILANCIARE L'UNITÀ PASTORALE
La necessità di nuove proposte in una Ballabio radicalmente cambiata. Il testo integrale del CPP
Autore : Verbale del Consiglio Parrocchiale Unitario straordinario – Anno 2007-2008

Verbale del Consiglio Parrocchiale Unitario straordinario – Anno 2007-2008
La sera di martedì 27 maggio i Consigli pastorali delle nostre Parrocchie si sono riuniti per ascoltare Padre Angelo Epis, sacerdote monfortano, sul tema della missione cittadina (è intenzione dell’Unità Pastorale organizzarne una a Ballabio, magari concludendola in occasione del 600° anniversario della fondazione della Parrocchia di B.V. Assunta).
Il Padre monfortano sulla base delle informazioni precedentemente avute da don Achille ha detto che i tempi per l’organizzazione di una missione ci sono sicuramente, bisogna però provvedere a utilizzarli nel modo più opportuno, secondo gli obiettivi prioritari che dovranno essere precisati potendo però far conto sulla disponibilità effettiva del maggior numero di persone disposte a coadiuvare i Padri missionari, i sacerdoti dell’Unità pastorale e i CPP.
Nel tempo infatti è molto cambiato il modo di attuare le missioni cittadine; a Ballabio le ultime risalgono, in base ai ricordi dei presenti, agli anni cinquanta per BVA e al 1959-60 per San Lorenzo (ma dati più certi potrebbero essere desunti dagli archivi parrocchiali).
In passato le missioni erano affidate solo a sacerdoti appositamente preparati che intervenivano nella vita di una parrocchia per un periodo di una quindicina di giorni, svolgendo la loro attività missionaria fondamentalmente in chiesa; ma ordinariamente era diffusa una struttura di vita cristiana abbastanza consolidata e il centro fondamentale di riferimento era la chiesa con le funzioni liturgiche e le varie attività parrocchiali dirette essenzialmente da parroco e dai suoi coadiutori.
Oggi la realtà è molto diversa e articolata; la popolazione non presenta più una chiara impronta cristiana, sono presenti molte persone che appartengono a culture e religioni diverse. Per dirla in breve, anche il nostro territorio è terra di missione, ha bisogno che la gente sia risvegliata, sia portata a riscoprire i grandi doni che Dio ci ha già donato. Tutti, a cominciare da noi qui presenti, dobbiamo convertirci, tenendo presente appunto quanto dice espressamente Gesù, agli inizi della sua vita pubblica: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo».
C’è quindi bisogno di rilanciare la Missione, ma per un lavoro efficace bisogna preparare il terreno: è necessaria la conoscenza approfondita della realtà in cui si deve operare per poter precisare gli obiettivi da perseguire. Ci vuole pertanto un piano per la preparazione del lavoro da attuare.
Il compito essenziale, primario, inderogabile rimane comunque quello della preghiera. Padre Angelo ha già contattato diversi monasteri di clausura per sollecitare preghiere per la buona riuscita di questa missione, ma tutti noi dobbiamo sentirci coinvolti in questo impegno. Sarà opportuno organizzare al riguardo giornate di spiritualità, di ritiro, per mettersi con le "orecchie" del cuore in ascolto della Parola di Dio e metterla in pratica.
Padre Angelo è un sacerdote monfortano, ossia ha come figura di riferimento san Luigi Maria Grignion di Montfort (1673-1716), sacerdote francese che, in occasione di un suo viaggio a Roma, fu nominato da Papa Clemente XI missionario apostolico per la Francia; nel 1712 fondò i missionari della Compagnia di Maria. Luigi Maria Grignion di Montfort fu canonizzato da Papa Pio XII nel 1947. I cardini della spiritualità missionaria monfortana sono il Vangelo, la devozione a Maria Santissima, la Comunità, l’obbedienza a Dio e alla Chiesa.
Mentre, come si è detto, in passato le Missioni erano compito esclusivo di sacerdoti specializzati, ora non deve mancare accanto a questi la presenza di collaboratori laici preparati. Il primo compito è ora quello dell’evangelizzazione intendendo con questo termine "ogni attività mediante la quale il popolo di Dio suscita e nutre la fede viva", in particolare "la predicazione della parola, la testimonianza della vita e l’amministrazione dei sacramenti". Dobbiamo constatare che spesso i cosiddetti fedeli non sono convinti di quello in cui credono.
Un altro aspetto importante è quello di aiutare coloro che hanno sì una fede radicata ma la vivono in maniera troppo personale, individuale, senza riuscire a inserirsi nella vita della comunità parrocchiale; la parrocchia esprime il mistero della comunione, forza di riconciliazione e di solidarietà fraterna, nella sua dimensione dell’accoglienza massima possibile. È necessario che tutti siano aiutati a decidere in libertà, il contributo da offrire alla comunità: bisogna fare emergere tutti i ministeri; la tipologia ministeriale è ampia e, fatta eccezione per il ministero ordinato (episcopato, presbiterato, diaconato), ampia; ci sono infatti i ministeri istituiti come quelli del lettore, dell’accolito, il servizio straordinario della distribuzione dell’Eucaristia, e i ministeri di fatto come quelli del catechista, del cantore, del sacrista, degli impegni caritativi e di assistenza.
Opera basilare risulta pertanto la formazione cristiana soprattutto con la catechesi. Tutti debbiamo sentirci coinvolti, tutti siamo sempre in stato di formazione per quanto riguarda la vita cristiana.
Quali sono i protagonisti di questo impegno? Il parroco, i suoi collaboratori, gli abitanti e i missionari, cioè tutti. Questa totalità potrà poi essere differenziata in settori, come Giovani, Uomini, Donne, Famiglie in relazione a particolari esigenze di questi ambiti. Per raccogliere le urgenze, le richieste di aiuto, di approfondimento non si può prescindere dall’ascolto. Bisogna ascoltare la base ed ecco la necessità di costituire “Gruppi di ascolto”. In base a quanto raccolto si articoleranno poi le risposte. Questi gruppi di ascolto, preferibilmente costituiti presso il domicilio di famiglie disponibili all’accoglienza e opportunamente dislocate nel territorio, avranno bisogno di animatori, che di regola non dovranno essere "di casa" nei centri in cui saranno chiamati a operare.
Da quanto detto risulta pertanto indispensabile formare gli animatori; quanti ne serviranno? Partendo ipoteticamente dalla necessità di costituire per l’intero territorio dell’Unità pastorale un minimo di una ventina di Centri di ascolto, sarà allora necessario poter contare su una quarantina di animatori, che opereranno a due a due (cfr. Lc 10, 1).
I momenti di incontro potranno essere distribuiti nei tempi forti (Avvento e Quaresima) o anche durante tutto l’anno. Il missionario ha come obiettivo quello di incontrare tutti; sarà pertanto necessario pianificare con cura le modalità di incontro per far sì che questo non si riduca a un formale contatto limitato al più a una semplice (anche se sempre importante) benedizione, ma possa allargarsi a un colloquio che consenta al sacerdote di rendersi conto delle condizioni di vita e delle esigenze umane e spirituali delle persone contattate.
Padre Angelo ritiene che alcuni weekend dovranno essere impiegati per preparare il lavoro preliminare: suddivisione del territorio dell’Unità pastorale e individuazione delle persone in grado di collaborare. Bisogna chiedere la disponibilità più ampia tutti, ascoltare tutti per imparare a conoscere i bisogni più urgenti, quali sono le realtà che hanno più bisogno di assistenza specifica.
Come già detto, si prevede che la missione raggiungerà il suo compimento nel 2012, anche se poi sarà necessario dell’altro lavoro per il consolidamento di quanto fatto. Che risultati speriamo di ottenere?

La rigenerazione della vita comunitaria, dalla valorizzazione dell’aspetto liturgico con la riscoperta del Battesimo e dei sacramenti dell’iniziazione cristiana e dell’ampia gamma dei ministeri, all’intessere una rete fitta e solida di relazioni interpersonali che ci faccia veramente tutti figli di Dio e perciò fratelli.

Don Achille sottolinea che è essenziale proporre come obiettivo privilegiato quello degli adulti, che da tempo ormai non sono coinvolti in nessuna proposta formativa catechetica coordinata.
Da più parti si fa notare che anche per chi è da sempre inserito nel territorio ballabiese è diventato difficile conoscere la realtà delle famiglie che gli vivono accanto e che pertanto il compito dell’individuazione delle sedi dei Centri di ascolto non sarà lieve.
Padre Angelo ci conforta dicendo che non bisogna abbattersi troppo: il compito è gravoso, certo, ma ci sono tempo e risorse (soprattutto quelle spirituali, l’aiuto che il Signore non ci farà mancare) per affrontarlo con calma e razionalità. Bisognerà innanzi tutto pensare a organizzare una specie di Comitato di segreteria per procedere allo sviluppo delle prime fasi di intervento: suddivisione del territorio, individuazione delle sedi dei Centri di ascolto, reclutamento degli animatori. La "scuola" per gli animatori potrebbe iniziare a ottobre, con incontri a cadenza mensile.
Esaurito il tema relativo alla Missione e ringraziato Padre Angelo, che sarà presente con Padre (Eu)Genio alle Giornate eucaristiche, don Achille ha invitato Nicoletta a riferire sull’Oratorio estivo. Nicoletta ha illustrato i programmi e le modalità; qualche famiglia si è lamentata della data troppo ritardata, secondo loro, di inizio delle attività estive, e ha preferito iscrivere altrove i propri ragazzi, anche se in genere presso altri oratori l’attività estiva viene terminata molto prima che da noi.


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