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20/04/2006
Parrocchie di Ballabio
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"SI FA PER DIRE?" E' IL TEMA DELL' ORATORIO ESTIVO 2006
Presentato dalla Diocesi il tema dell' Oratorio Estivo 2006
Autore : Don Massimiliano Sabbadini

Non tutte le parole hanno lo stesso peso e lo stesso valore. Ci sono parole dette così, per dire, tanto per completare un vuoto, tanto per dire qualcosa… e ci sono parole che, non appena pronunciate, invitano a pensare e, di conseguenza, ad agire per il verso giusto.
Quest’anno, durante l’Oratorio estivo, vogliamo dire parole che contano, la Parola che conta. Utilizzeremo lo strumento della narrazione. Il raccontare è sempre portatore di un messaggio, le parole narrate non sono mai parole vuote, dette “così per dire”.
Alla domanda “Si fa per dire?”, i partecipanti al Grest, al termine di un’avventura fantastica, saranno capaci di rispondere “No! Non si fa per dire!”, non sono parole vuote o superficiali quelle che vengono pronunciate all’interno di una trama che svela il significato della propria vita, della realizzazione di sé, possibile solo “con” gli altri e “per” gli altri, e della relazione d’amore che ciascuno ha con Dio, il Narratore per eccellenza, che fa della sua Parola “incarnata” un Fatto che cambia l’esistenza a tutti!
Dovremo acquisire dunque l’arte del narrare, alla maniera di Gesù che svelava il senso delle cose parlando alla folla solo in parabole (cfr Matteo 13,34).
Per parlare al cuore dei bambini e dei ragazzi che affolleranno i cortili dei nostri Oratori, parleremo loro con il linguaggio delle fiabe o delle avventure fantastiche.
L’ambientazione e il racconto, che scandiscono le tappe della Storia di questo Grest, proiettano tutti in un Bosco Incantato dove l’avventura, le difficoltà e le prove, l’incontro con personaggi “buoni” o “cattivi”, gli avvenimenti fantastici e l’immancabile “lieto fine” sono immagini della vita vissuta oggi anche dai ragazzi. Il cammino che i protagonisti dell’Oratorio estivo compiranno li porterà alla scoperta di cinque grandi valori, che sono a fondamento della vita di tutti: accettazione di sé, accoglienza, amicizia, altruismo, Amore.
La preghiera in Oratorio sarà guidata da Gesù che narrerà le sue parabole ai ragazzi di oggi e ancora sarà capace di stupire con il suo messaggio.

DIRE L’ESTATE

Essere capaci di narrare una favola è arte rara. A qualcuno è stato dato in dono, per altri è capacità che si può affinare col tempo e l’esperienza… Incontrare un narratore vero può essere una grazia che segna l’esistenza e dare sfumature nuove alla vita.
Quando ero piccolo mi è sempre piaciuto ascoltare dagli adulti il racconto delle storie: credo che per me sia stato lo stimolo per imparare a leggere più in fretta e potermi tuffare da solo nella fantasia. Diventato grande ho scoperto il gusto del raccontare: parlare in fiabe infatti ha vantaggi non da poco. Con una favola si possono spiegare concetti difficili con parole semplici; si osano dire cose che altrimenti non si vorrebbe pronunciare; si può interpretare meglio la realtà. Nelle fiabe poi, c’è il regno della fantasia, della creatività, della spontaneità, dell’originalità… Le fiabe sviluppano tutto questo ed ancora molto di più.
Il tema di quest’anno dell’oratorio feriale è incentrato sul narrare e sulle fiabe.
“Si fa per dire?” è evidentemente un titolo provocatorio sul quale si potrebbe anche scherzare. Ma non ha nulla a che vedere coi discorsi vuoti, le chiacchiere inutili, le parole sciupate che purtroppo capita di sentire più di una volta anche nei nostri ambienti: nei cortili, sui sagrati, davanti alla casa del coadiutore… Succede quando le relazioni che si creano tra le persone non vogliono diventare serie, quando diventa difficile o imbarazzante raccontarsi e consegnarsi nelle cose importanti, quando insomma pigrizia e superficialità prendono il posto dell’intelligenza e della profondità. Spesso davanti ad uno scherzo o a una parola di troppo la scusa che i ragazzi usano a loro discolpa è proprio questa, ‘Si faceva per dire’.
Aprendo il superfascicolo del ‘Grest 2006’, sfogliandone i sussidi e ascoltando le canzoni ci accorgiamo invece della paradossale serietà della proposta di quest’anno: c’è un’arte sapiente per narrare, raccontare, affascinare che non può perdersi nell’oblio della memoria o impoverirsi; un’arte che va recuperata perché viene da lontano e trova nella Parola di Dio un suo spazio significativo. Il parlare in parabole rimane uno dei più grandi insegnamenti dello stile di Gesù di Nazareth. Il comunicare - proprio di Dio e dell’uomo – rende migliori le persone che nella parola si avvicinano, le fa più ricche e sapienti, permette di condividere la reciprocità.
Ma è proprio necessario scomodare parole così grosse per raccontare del tempo estivo che ci attende?
Credo di sì se – come si evince dai tantissimi riscontri di questi anni - l’esperienza è presa con serietà come occasione per educare, incontrare, fare crescere non solo i bambini, ma anche i ragazzi, gli adolescenti e i tanti adulti che nella “macchina” educativa dell’oratorio feriale vengono sempre più coinvolti.
Capire, raccontare, ascoltare, inventare favole è esperienza talmente “magica” da valicare le fasce d’età, è suggestione che permette di volare alto, di consegnare valori e stili a tutti coloro che si dedicano al compito affascinante ed impegnativo di educare le nuove generazioni. Allora davvero, non si fa per dire!


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