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18/12/2005
Parrocchie di Ballabio
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CITTADINI PER IL BENE COMUNE: PARTECIPAZIONE,…
(Da : I cristiani nella città – Centro Ambrosiano).

C. Divenire sale: l'amore cristiano è la chiave di volta.
La Dottrina sociale della Chiesa molto ha detto in questi anni sui temi della partecipazione, della respon­sabilità e della legalità.
In qualche modo la chiave dei vari richiami è ben sin­tetizzata da alcune parole che leggiamo nell'introduzio­ne al Compendio della dottrina sociale della Chiesa:

«L'amore cristiano spinge alla denuncia, alla proposta e al­l'impegno di progettazione culturale e sociale, ad una fat­tiva operosità, che sprona tutti coloro che hanno sincera­mente a cuore la sorte dell'uomo ad offrire il proprio con­tributo. L'umanità comprende sempre più chiaramente di essere legata da un unico destino che richiede una comu­ne assunzione di responsabilità, ispirata da un umanesimo integrale e solidale: vede che questa unità di destino è spesso condizionata e perfino imposta dalla tecnica o dal­l'economia e avverte il bisogno di una maggiore consape­volezza morale, che orienti il cammino comune. Stupiti dalle molteplici innovazioni tecnologiche, gli uomini del nostro tempo desiderano fortemente che il progresso sia fi­nalizzato al vero bene dell'umanità di oggi e di domani».

È l'amore cristiano che sorregge questa nostra re­sponsabilità, che la spinge, che ci fa andare oltre lo stu­pore e la paura di fronte alle complessità vecchie e nuo­ve del mondo, che ci sprona a dare un contributo fattivo per la costruzione del bene comune. È ancora l'amore cri­stiano il punto di partenza di ogni virtù: per un cristiano onestà, giustizia, senso della legalità si radicano lì.
In questo quadro, tornando al tema della legalità, ol­tre alla citazione già ricordata di Gaudium et Spes 75, co­me non sottolineare che alla questione della legalità è stato dedicato un intero documento dalla Conferenza Episcopale Italiana? Si tratta di Educare alla legalità, una nota pastorale del 1991. Il documento partiva dalla con­statazione di una diffusa crisi della legalità in Italia e da un'altrettanto diffusa prassi di malcostume, dall'oblio del bene comune, dall'asservimento della legge ai più forti, dalle ingiustizie e dalle illegalità diffuse anche in nome della legge.
Così la comunità cristiana italiana si impegnava per la «crescita globale del Paese, a combattere le cause di in­giustizia ancora diffusa e a contribuire fattivamente per il rispetto delle giuste leggi», nella consapevolezza che «la crescita della legalità nel nostro Paese ha come neces­sario presupposto un rinnovato sviluppo dell'etica della socialità e della solidarietà».

Che cosa ne abbiamo fatto come comunità cristiana dell'etica della socialità? Forse anche sull'etica della solidarietà, dove ci sentiamo più si­curi, bisognerebbe fare qualche sottolineatura!
Ancora, il documento impegnava nella ricerca del be­ne comune nella condizione di interculturalità che oggi segna profondamente l'Italia.
Questa ricerca intelligente e creativa è stata da noi posta in essere?
Infine che ne è stato del vigoroso richiamo formativo? Rileggiamolo attentamente:

«Il senso della legalità non è un valore che si improvvisa. Esso esige un lungo e costante processo educativo. La sua affermazione e la sua crescita sono affidati alla collabora­zione di tutti, ma in modo particolare alla famiglia, alla scuola, alle associazioni giovanili, ai mezzi di comunica­zione sociale, ai vari movimenti che nel Paese hanno un po­tere di aggregazione e un compito educativo, ai partiti e al­le varie istituzioni pubbliche.
La comunità cristiana, con le sue varie strutture, è anch'es­sa impegnata in quest'opera formativa: la parrocchia at­traverso la catechesi e le sue molteplici iniziative culturali, formative e caritative; l'associazionismo, specie giovanile, con un'attenta considerazione dell'itinerario formativo della persona; il volontariato che si pone al servizio delle persone in difficoltà e che è chiamato a testimoniare la de­dizione, la condivisione, la gratuità in una funzione non solo di supplenza delle carenze sociali, ma anche proposi­tiva, per eliminare le cause che generano le molte povertà materiali e spirituali delle quali l'uomo di oggi soffre. L'affievolirsi del senso della legalità nelle coscienze e nei comportamenti denuncia una carenza educativa in rap­porto non solo alla formazione sociale dei cittadini, ma anche alla stessa formazione personale. È necessario far emergere nell'opera educativa in modo vigoroso la di­gnità e la centralità della persona umana, l'importanza del suo agire in libertà e responsabilità, il suo vivere nella solidarietà e nella legalità».


Ritornano dunque al centro:

la dignità e la centralità della persona umana
la libertà e la responsabilità
la solidarietà e la legalità.

Si tratta di principi cardine che dovrebbe condurre il nostro percorso educativo e più in generale il percorso formativo di ogni cittadino credente e non credente. In questo senso la collaborazione che possiamo dare alla costruzione della società è davvero grande.(Continua).


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